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Calabrese

(Dialetto dell'area vibonese-Poro)Versione italiana

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Novità: scrivere l'esperanto al computer, per vari sistemi operativi

Trattando la situazione dialettale in Calabria, è doveroso specificare la differenza tra il dialetto calabrese settentrionale delle province di Cosenza e Crotone, e quello della zona centro-meridionale delle province di Vibo Valentia, Reggio Calabria e  Catanzaro (ovviamente  il confine linguistico può non seguire esattamente quello politico).  Le parlate settentrionali sono relativamente vicine al napoletano, quelle centro-meridionali si avvicinano di più al salentino e siciliano, ed insieme sono varianti della lingua denominata "italiano meridionale estremo" data la locazione geografica delle zone dell'Italia in cui è parlata cioè le sue estremità meridionali: il tacco (Salento), piede (Calabria) e pallone (Sicilia). Varianti settentrionali e centro-meridionali hanno tuttavia caratteristiche tipiche calabresi (accento, suoni e pronuncia). Nonostante le varietà locali di ognuno dei due tipi, la differenza è in genere netta e si può stabilire a quale dei due ogni parlata appartiene.

Doverosa è, trattando l'argomento, la citazione delle minoranze linguistiche calabresi, che lottano per non essere dimenticate. Sono presenti delle località in cui si parla l'arbreshe, derivato dall'albanese antico, località in cui si parla l'occitano ed altre in cui si parla grecanico, una parlata di origine greca, forse residuo della magna Grecia o dell'Impero Bizantino. A causa della mia ignoranza sull'argomento, invito chi voglia approfondirlo a cercare altrove nella rete, non sarà difficile grazie all'impegno di persone e associazioni di queste comunità, che diffondono informazioni sia dentro che fuori la Rete.

Tornando al calabrese più propriamente detto (anzi ai "calabresi"), c'è una certa attività di scrittura (quasi sempre poesie, ma anche siti internet interamente in dialetto). L'uso principale è ovviamente quello parlato, soggetto all'influenza dell'italiano che del resto sembra minacciare tutti i dialetti italiani. Ma chi ha intenzione di scrivere, si trova davanti una lingua con una maggiore ricchezza di suoni nelle parole, spesso - e purtroppo - rappresentati in modo ambiguo da chi scrive anche regolarmente (con tanto di pubblicazioni); la situazione logicamente è più problematica per chi inizia.

Volendo dare il mio contributo, propongo qui una soluzione a lungo pensata e riadattata per essere adatta alla scrittura dei dialetti calabresi. È stata ispirata in minima parte da altri testi che ho letto (c'era solo il trigramma chj), ma molti sono giunti a soluzioni simili. Fa uso di 22 lettere, di cui 21 dell'alfabeto italiano a cui si aggiunge la J (Jod per chi ha studiato latino, "I lunga" o Jota, per la la maestra alle elementari, ma purtroppo più nota col nome inglese Jey). In seguito userò per questa lettera il nome Jota, che oltre ad essere più calabrese (e italiano), è anche il nome che contiene il suono che indicherà.

Un esempio tipico di ambiguità è nella frase seguente:

"Tu paghi 3 €, e i figghi 2 €"

Esso riguarda l'uso del gruppo GH per indicare due suoni, quello comune anche all'italiano (ghe-ghi) presente nella frase nella parola "paGHi" e quello tipico calabrese, presente nella frase in "figGHi", diverso perché, per chi non abbia sentito questa parola in calabrese, è un suono palatizzato (la lingua tocca il palato durante la pronuncia). La soluzione qui adottata è di differenziare i due suoni, scrivendo GH per il suono comune all'italiano, e GHJ per il suono palatizzato, disambiguando i due modi di scrivere i due suoni, in modo che anche chi non conosce il dialetto possa capirne la differenza:

"Tu paghi 3 €, e i figghji 2 €".

Senza perderci in altri infiniti esempi, si può avere un esempio dell'uso di tale ortografia nella versione calabrese di questa pagina, ed in quello che deciderò di aggiungere in seguito. Prima consiglio però di consultare l’ortografia completa dal collegamento qua sotto:

Ortografia completa del calabrese

Qualche testo di esempio