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Polacco
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ORIGINI DEI CASI NELLE LINGUE INDOEUROPEE
Prima di iniziare con i casi della lingua polacca, mi pare doveroso parlare dell'origine degli stessi. Essi derivano dai casi dell’indoeuropeo, l'antica lingua dalla quale discendono quasi tutte quelle europee, e altre lingue del medio oriente, viventi o no, fino all'India. Casi sono presenti in altre lingue non indoeuropee, ma non ce ne preoccuperemo. Doverosamente citiamo il sanscrito ed il latino, il primo è la più antica lingua indoeuropea tramandataci; il secondo, in uno stadio un poco più avanzato, aveva ridotto i suoi casi a 6 quando fu cristallizzato nei millenni dalla scrittura (mancavano strumentale e locativo, di cui rimanevano però tracce). Entrambe sono sopravvissute come lingue scritte, per scopi religiosi e letterari. La scrittura si è comportata come una macchina fotografica, immortalando uno stadio evolutivo di queste lingue, che poi si sono evolute indipendentemente nel parlato, finché la lingua letteraria è diventata completamente diversa da quella scritta.
Rimanendo al latino, parlato in quasi tutta Europa per secoli, già durante l'Impero aveva due varianti, letteraria e parlata. Nel I secolo d. C. si è cominciato a leggere come e i due dittonghi ae, oe; in tempi e luoghi diversi, si iniziò a non usare correttamente tutti i casi (probabilmente a causa del gran numero di persone di popoli diversi che lo parlavano), che causerà in futuro la loro quasi completa sparizione da gran parte delle lingue da esso derivate (lingue romanze). Queste comunque fanno ancora distinzione dei casi nei pronomi, ad esempio in italiano: pronomi personali soggetto (nominativo), pronomi complemento (accusativo)...
Altri gruppi di lingue, più isolati, invece hanno conservato vari casi (una lingua, insegnata a popoli che ne parlavano un'altra, tende ad essere semplificata). Ne sono un esempio le lingue slave (russo, polacco, ceco...) che provengono da un'antica lingua indoeuropea detta protoslavo, che similmente al latino, si è diversificata in più lingue con caratteristiche comuni. Vediamo una di esse più da vicino, appunto il polacco.
Scarica le regole per leggere il polacco.
Il polacco conserva 7 tra i casi indoeuropei. Essi sono: nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo, locativo, strumentale. Manca l'ablativo. L'aggettivo si presenta sempre nello stesso caso del sostantivo a cui è riferito. Dal momento che 7 casi non bastano per distinguere i numerosi complementi di una lingua (complemento oggetto, moto a luogo, stato in luogo, specificazione…), il valore sintattico dei casi viene moltiplicato dalle preposizioni, che, insieme al caso, precisano il complemento. Per tradurre correttamente in italiano una preposizione polacca, bisogna quindi conoscere il caso della parola che la segue.
I nomi, pronomi e gli aggettivi possono essere di 3 generi: femminile, maschile e neutro.
Il neutro singolare, dei termini di origine latina, che finiscono in –um (centrum, muzeum…) sarà invariato al singolare per tutti i casi, per cui tale desinenza, da ricordare, non sarà ripetuta per comodità.
I nomi che al maschile singolare finiscono per –a, comuni spesso anche con l'italiano (kolega, poeta, dentysta…) prendono al singolare le desinenze dei casi femminili. Al plurale si comportano invece come maschili. Si faccia attenzione, perché tali parole in italiano sono invariate, sia al maschile che al femminile; in polacco al femminile prendono la terminazione -ka, con eventuali adattamenti (alternanze consonantiche). Esempio: (m.) kolega -> (f.) koleżanka ; da notare che kolega significa amico (non intimo).
Nelle desinenze dei casi del polacco in cui si deve scegliere tra –y e-i, si tenga presente che sono solo le lettere g e k a richiedere la -i. Non si scrive mai gy e ky, ma ki e gi.
Termini da conoscere prima di consultare
la pagina dei casi
Animato: parola riferita ad animali o persone.
Digramma: una di quelle coppie di lettere che vengono lette come una sola (cz, dz, dź…).
Impersonale: parola che non indica una persona.
Inanimato: parola riferita a qualcosa non è animato.
Personale: parola che indica un essere umano.
Tema: Per tema intendiamo (nel contesto che ci interessa!) l’ultima consonante o digramma del nominativo di una parola.
Tema duro: chiamiamo tema duro un tema formato dalle consonanti o digrammi senza “barretta” sopra, che non sia seguito da una “i”.
Tema indurito: è formato da alcuni temi che in passato si comportavano come molli, ma che col tempo sono divenuti duri. Essi si comportano diversamente dai temi duri solo nei casi in cui ciò è espressamente specificato. Sono temi induriti quelli formati da: c, dz, sz, ż, rz, cz, dż.
Tema molle: formato da quelle consonanti o digrammi con la “barretta” sopra: ć, ś, ź, dź, ń ed anche j; inoltre tutti i temi seguiti da una “i” sono molli (temporaneamente molli) e si comportano come tali. L si comporta come molle nel locativo, e nei casi con le stesse terminazioni di questo.
Variazione consonantica: sostituzione di consonante o digramma presente nel nominativo con una diversa, per adattare la parola ad un altro caso.
Variazione vocalica: sostituzione di una vocale presente nel nominativo con un'altra, per adattare la parola ad un altro caso.
Scarica il documento che tratta dei casi polacchi.
POLAJ PERSONAJ PRONOMOJ
POLISH PERSONAL PRONOUNS
Italiano. In una tabella ho riassunto i pronomi personali polacchi e la loro declinazione con traduzione in 3 lingue. Questa non vuole essere una spiegazione esaustiva e assume la conoscenza di certi dettagli.
Abbreviazioni usate: N (nominativo), A (accusativo), G (genitivo), L (locativo) D (dativo) S (strumentale).
Clicca qui per scaricare i pronomi in polacco per italiani (versione trilingue).
Esperanto. En la venonta tabelo mi resumis la polajn personajn pronomojn kaj ilian deklinacion, ilia traduko estas trilingva. Ĉi tiu estas nur sinteza klarigo, kaj supozas ke kelkaj gramatikaj detaloj jam estas konataj de la leganto.
Mallongigoj: N (nominativo), A (akuzativo), G (genitivo), L (lokativo), D: (dativo), I (instrumentalo).
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English. In the following table I summarized the Polish personal pronouns and their declinations with translation in 3 languages. This isn’t an exaustive explanation, please use a grammar or other sources for further information.
Abbreviations: N (nominative), A (accusative), G (genitive), L (locative), D: (dative), I (instrumental).
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